La danza e i gatti

Da sempre,nella storia,è esistita una stretta connessione tra la cultura egizia e la figura del gatto..considerato una creatura sacra e incarnazione terrena  della DEA BASTET .. e tutt’oggi non è raro trovare ancora questo legame indossolubile tra le danzatrici e i loro amatissimi gatti… Ecco qualche cenno storico che ci riporta alle origini di questa tradizione millenaria …

Nel vasto e multiforme pantheon egiziano Bastet è la dea gatta, rappresentata come donna dalla testa di gatto o come una gatta nera.

Il suo luogo di culto più importante era la città di Per Bast, che i Greci chiamavano Bubastis, nei pressi dei delta del Nilo, a circa 80 km a nord-est del Cairo, dove furono ritrovati molti templi a lei dedicati.

Bastet aveva il potere di stimolare l’amore e la sessualità, e questa è una delle ragioni per cui il suo culto fu così popolare.

Il giorno dedicato a tale dea , giorno di festa dove la gioia giungeva all’estasi, era il 31 Ottobre. Si beveva e si ballava a dismisura, e i bambini non potevano partecipare. Sul Nilo galleggiavano chiatte piene di donne, fiori e vino. Si dice che si trattasse di riti sensuali, pieni di musica e danze.

A Bubastis è stata rinvenuta una grande necropoli di gatti e, sempre Erodoto, ci dice:

“I gatti defunti vengono portati a Bubastis, dove sono mummificati e sepolti dentro delle urne sacre”

Migliaia di felini furono sepolti in gallerie sotterranee della città e dei dintorni di modo che potessero portare il messaggio del loro padrone fino agli dei.

Bastet nasce come divinità solare, personificando il calore benefico del sole, al contrario di Sekhmet che ne incarna il calore bruciante; solo in epoca greca venne assimilata ad Artemide, diventando così una dea lunare.

Il gatto era un animale sacro in tutto l’antico Egitto e ad esso venivano dedicati templi, poesie e invocazioni, mentre i resti mortali ne venivano mummificati, ponendo acccanto alle mummie dei topi perché avessero cibo per l’eternità.

Era onorato perché proteggeva i granai dai topi e quindi il popolo dalla carestia, ma per quanto addomesticato, non era un animale abituato all’uomo come oggi.

Si dice che l’abissino incarni il vero gatto egiziano, ma il gatto egiziano per eccellenza resta il Mau, dallo splendido manto maculato, la corporatura agile, le fattezze simili a quelle trovate nelle pitture parietali delle tombe e nelle statue.

Gli egizi divennero talmente devoti alla dea Bastet e ai gatti che promulgarono leggi per impedirne l’esportazione ma i mercanti fenici riuscirono a contrabbandarne alcuni nei paesi del Mediterraneo. Era altresì severamente punito chi attentava alla vita di un gatto.

Bastet è indicata figlia di Ra, oltre che come uno dei suoi “occhi”, ossia che veniva inviata per annientare i nemici dell’Egitto e dei suoi dei.

È una dea dal duplice aspetto, pacifico e terribile: nella sua forma di gatta o di donna gatto è la dea benevola, protettrice dell’umanità, dea della gioia e delle partorienti; nel suo aspetto feroce è nota per le sue collere, rappresentata con testa leonina, ed identificata con Sekhmet, la Possente, dea della guerra (oltre che della medicina). Come tutti i felini è attraente e pericolosa assieme, dolce e crudele: è il simbolo della femminilità, la protettrice del focolare e della maternità, ma è anche pronta a lottare quotidianamente col serpente Apophis, colui che contrasta la corsa della barca solare e delle forze benigne della creazione. In una delle tombe della valle delle regine è raffigurata portando dei coltelli per proteggere il figlio del re, e si dice che abbia partorito ed allattato il faraone, del quale sarebbe la dea protettrice.

I riti in onore di Bastet erano incentrati sull’idea della purificazione e la profumazione, con riferimento alla purificazione femminile durante il ciclo mestruale.

Dopo la fine della lunga era faraonica furono scoperte moltissime statue di Bastet, adorne di ori, con le code che accompagnano il corpo girate verso destra, doni, profumi e tesori.

Bastet seduce e incanta, in lei vi sono il maschile solare e il femminile lunare, la forza luminosa a tutti palese e la potenza indipendente e misteriosa, segreta, femminina, lunare.

Bastet era la Signora dell’amore, della gioia, del piacere, della danza e del canto e sotto la sua protezione erano posti gli animali a lei sacri, i gatti, ma anche chi incarnava questi aspetti di indipendenza e di fascino misterioso, di fragilità e di bellezza, quindi i bambini e le donne.

Ella era venerata e invocata dalle donne per avere in dono la fertilità e per proteggere poi la gravidanza.

Bastet incarna ciò che di più intimo e femminile è rinchiuso dentro di noi e attende, a volte, unicamente di emergere: la sensualità e la dolcezza, il fascino e la generosità, l’amore e la passione, il desiderio e il piacere, la vita che rifulge in tutta la sua pienezza.