La Storia

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Ma qual è la storia che si cela dietro i veli delle danzatrici del ventre?

Per sapere quale storia si celasse dietro i seducenti movimenti della danzatrice bisogna fare qualche passo indietro nel tempo. Rintracciare una località e una data precise a cui far risalire la nascita della danza del ventre (nome col quale è oggi più conosciuta la danza orientale) è per la verità impossibile.

«La cosa certa è che le sue radici appartengono a più culture e sono antichissime» spiega Maria Strova, autrice del libro Il linguaggio segreto della danza del ventre (Macro Edizioni). Alcuni studiosi la collegano addirittura ai ritrovamenti di statuine “dal ventre fertile” databili a 20 mila anni fa, come la Venere Laussel, un modello primordiale di fertilità e femminilità dai fianchi larghi. Ma la maggior parte degli esperti ne attribuiscono l’effettiva origine alle cerimonie religiose praticate dalle donne dell’antica Mesopotamia in onore alla dea-madre Ishtar (Inanna per i Sumeri).

A lei si rivolgevano le sacerdotesse attraverso danze propiziatorie, per invocare la fertilità della terra e del ventre femminile. Le movenze cercavano quindi di imitare le forme e i ritmi della natura, come le onde del mare, le fasi lunari, l’uovo o il serpente; mentre altre evocavano esplicitamente il parto o l’atto sessuale: in questa ottica vanno interpretati i movimenti (shimmy) dei fianchi e del bacino, fatti vibrare e sussultare velocemente.

La danza del ventre, in lingua originale Raks sharqi e in italiano danza orientale, è un’arte antica le cui origini pare risalgano ai culti religiosi della “madre terra” praticati nelle antiche società matriarcali della Mesopotamia. Era usata in passato per propiziare la fertilità e celebrare il parto.